Il complesso monastico di Santa Giustina ospita anche parte delle raccolte della Fondazione Museo Storico del Nastro Azzurro.
L’Istituto del Nastro Azzurro fra Combattenti decorati al Valore Militare nacque nel 1923 al fine di riunire i cittadini in armi che nelle guerre nazionali, ma anche in tempo di pace, si erano distinti per coraggio, intelligenza, tenacia o disciplina, e di tramandare il ricordo delle proprie gesta.
Nel 1934 fu creato il Gruppo di Salò dell’Istituto su iniziativa di alcuni decorati al valore, fra cui spiccavano Adolfo Battisti, medico, ex ufficiale degli alpini, e Luigi Ebranati, tipografo, ex graduato dei bersaglieri. Quasi subito i due salodiani svilupparono e attuarono l’idea di creare una modesta raccolta di ricordi delle patrie battaglie.
Nel 1942, però, Battisti partì volontario per la guerra, e dopo poco morì per un’infezione contratta in un’operazione chirurgica. Ebranati, rimasto solo, per 40 anni seguitò l’opera di raccolta in memoria di tutti i decorati, dei caduti e dell’amico Battisti, tanto che nel 1949 intitolò a lui il museo-sacrario di Salò.
Nel 1976, su iniziativa del generale Cataldo Mancuso, presidente della Federazione bresciana dell’Istituto, fu creata la Fondazione Museo Storico del Nastro Azzurro, riconosciuta in ente giuridico nel 1981 dal presidente della Repubblica Pertini, la quale, da allora e sino a tutt’oggi, è proprietaria e amministratrice delle raccolte del Museo.
Esse coprono un periodo di circa 200 anni (1796-1961), e sono di natura diversa: cimeli, documenti, pubblicazioni, armi, uniformi, fregi e distintivi. Nello specifico, documentano tre aspetti socio-militari delle guerre nazionali: le storie di decorati al valor militare; le vicende belliche dei territori e delle genti del fu circondario di Salò; le propagande dei tempi di guerra.
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