Da Venezia a d’Annunzio
L’imponente complesso di Santa Giustina, che comprende la chiesa e il monastero, fu edificato a partire dal 1586 grazie all’impulso del Conte Sebastiano Paride di Lodrone, che acquistò a spese proprie il terreno e promosse la costruzione delle strutture per poi affidarle all’Ordine dei Padri Somaschi, dediti all’educazione dei giovani, attività che cominciò ad essere svolta attorno al 1670. Nonostante le numerose vicissitudini e la soppressione dell’ordine monastico alla fine del XVIII secolo, il complesso mantenne nei secoli la funzione di polo educativo, fino ad ospitare in tempi recenti il Collegio Civico e la palestra delle scuole statali.
Il museo racconta, attraverso le sue collezioni, l’evolversi della città di Salò e del suo ruolo di guida all’interno della Comunità di Riviera, una sorta di confederazione di 34 comuni della riviera gardesana e della Valle Sabbia che, pur sotto il dominio veneziano dal 1426, godeva di una certa indipendenza. Nel Quattrocento la città di Salò appariva agli occhi di visitatori prestigiosi come Marin Sanuto e Isabella d’Este come una città prestigiosa e bellissima, cuore indiscusso della Riviera con la sua meravigliosa pieve, riedificata dal 1418 e dedicata a Santa Maria Annunciata, il futuro Duomo.
Salò rimase sotto il dominio della Repubblica di Venezia fino al 1797, quando, con le campagne napoleoniche e il successivo dominio austriaco, la città perse il suo ruolo di preminenza politica, pur mantenendo una vivace vita culturale.
La dominazione austriaca si chiuse nel 1859, grazie anche all’azione di Garibaldi che liberò la città il 18 giugno: dell’epopea garibaldina, cui parteciparono numerosi salodiani, emerse il nuovo ceto dirigente. Alle soglie della Grande Guerra Salò era una città radicalmente rinnovata dopo il terremoto che aveva danneggiato ampiamente la città nel 1901: prende forma il mito mediterraneo che attira la bella società mitteleuropea e numerosi artisti che trovano ispirazione nella luce del Lago.
Nel primo dopoguerra, la presenza di Gabriele D’Annunzio contribuisce all’affermazione del culto della vittoria e dell’atto eroico: Salò è al centro di iniziative culturali, politiche, agonistiche che contribuiscono alla sua fama internazionale e consolidano la sua immagine turistica, fino ai tragici eventi della seconda guerra mondiale e all’epilogo di Mussolini e della RSI.