Per gruppi e scuole: info e prenotazioni 338 9336451. Sabato e domenica con il biglietto di ingresso è possibile usufruire della visita guidata gratuita alla sezione "L'ultimo fascismo 1943-1945. La Repubblica Sociale Italiana" alle ore 11.00 o della visita guidata a tutto il Museo alle ore 15.00. I posti sono limitati a 20 persone a visita. Info e prenotazioni info@museodisalo.it 0365 20553

Mostre Guido Airoldi. Anatomie Manifeste

Guido Airoldi. Anatomie Manifeste

Dal 21 Ottobre 2023 al 7 Gennaio 2024

Mu.Sa. Museo di Salò


Al MuSa Museo di Salò il Professore della trasmissione “Il Collegio” presenta la sua mostra personale in dialogo con le mummie della Collezione G.B. Rini.
21 ottobre 2023 — 07 gennaio 2024
a cura di Anna Lisa Ghirardi

Mentre prosegue il successo della mostra La passeggiata della linea. 100 protagonisti del disegno contemporaneo (aperta fino al 7 gennaio 2023), allestita in occasione dei 40 anni della Civica Raccolta del Disegno di Salò, si conferma presso il MuSa di Salò l’interesse per l’arte contemporanea e le opere su carta.
La personale Anatomie manifeste di Guido Airoldi, a cura di Anna Lisa Ghirardi, conservatrice e curatrice della Civica Raccolta del Disegno, è ospitata nella sezione della Collezione anatomica di Giovan Battista Rini (1795 – 1856), un luogo raccolto, al secondo piano del museo, atto a custodire preziosi reperti anatomici. Qui sono conservati corpi “pietrificati” dal dottor Rini, il quale inventò una particolare tecnica
per conservare corpi umani, con l’intento di avere materiale per effettuare studi anatomici.

Airoldi non si avvicina a questi reperti con intento scientifico, lo hanno già fatto alcuni studiosi che hanno cercato di comprendere la tecnica, rimasta misteriosa nella sua precisa formula chimica, ipotizzando l’uso di sostanze conservative a base di una miscela di metalli pesanti, e nemmeno indaga da storico l”identità di tali individui, probabilmente briganti e carbonari, per lui è piuttosto un ulteriore appuntamento con la riflessione sull’esistenza, di cui l’arte è una sorta di diario.
Nel concetto di anatomia, intesa come scienza che studia la forma e la struttura degli esseri viventi, si cela per l’artista l’intenzione di indagare e comprendere il funzionamento della vita stessa. Si passa pertanto da uno studio fisiologico ad una ricerca escatologica.
L’immediata attrazione da parte di Airoldi per gli studi del chirurgo-imbalsamatore, considerando la sua ricerca artistica, è intuibile. È nato così il desiderio di porre in dialogo il suo lavoro con le mummie salodiane. Vicino ai corpi sezionati sono presentati collage con vanitas e anatomie, pseudo crani e ossa umani, rami reimpiegati per simulare un apparato circolatorio, campeggia inoltre la figura di un grande equino scheletrito che evoca il Trionfo della morte.
Spesso nel repertorio dell’artista sono presenti immagini di memento mori, oltre a vanitas e a reperti anatomici.
L’iconografia della morte di Airoldi, inoltre, fortemente ancorata alla tradizione artistica del passato, non è assolutamente fuori dal nostro tempo, anzi, è perfettamente coerente con l’attuale popolare ripresa, spesso non consapevole, di tali tematiche; basti osservare i tattoo che rivestono i corpi di molte persone, in cui appaiono in gran numero teschi, sovente accompagnati da fiori. E la vita si avvinghia alla morte, in una danza che pare eterna.
Airoldi afferma la sua intenzione di creare il mondo con il mondo, tanto che le carte con le quali realizza le sue opere sono ricavate da manifesti circensi.
Questi, spesso scoloriti, consunti e sgualciti, ci parlano di spettacoli che sempre meno divertono la folla e di una realtà che si sta esaurendo. Tra le numerose affiche che ha strappato nel corso degli anni non mancano quelle che riportano scritte, appunti vari o timbri di luoghi e giorni, che raccontano una storia sociale, ma invero il circo è per l’artista un pretesto per parlare d’altro.
La precarietà della carta è metafora dell’umana fragilità. I manifesti, oggetto di sfregio e intemperie, evocano il senso di abbandono. L’artista è affascinato dalle cromie, ma anche dalle cicatrici che li percorrono e non di meno lo attirano le muffe e le ruggini che con il tempo si sono depositate sulle superfici cartacee. In particolare modo, egli osserva, con attenta sensibilità, le macchie che hanno dato
nuova veste alle carte, trasformandole in sorta di livree.
Le carte recuperate, sezionate e ripulite, si trasformano in nuove epidermidi, confini con il resto del mondo. I manifesti, sminuzzati, sono infatti trasformati in materia, assumendo nuove forme, nuove apparizioni. L’artista ridà vita a ciò che sembra svanire. La morte, del resto, è trasformazione.

Informazioni

Inaugurazione sabato 21 ottobre, ore 16.00

Durata mostra: 21 ottobre 2023 — 07 gennaio 2024
Orari
Fino al 31 ottobre da martedı̀ a domenica: 10.00 -18.00
dal 1 novembre da venerdı̀ a domenica: 10.00 – 18.00

Biografia di Guido Airoldi

Nato a Bergamo nel 1977. Nel 2002 si laurea all’Accademia di Belle Arti di Brera di Milano.
È stato finalista del IV Premio Arte Laguna all’Arsenale di Venezia vincendo due premi speciali. Nel 2010 espone nella mostra Ex Circus da Anfiteatro Arte a Milano, che lo presenta nel 2011 ad Arte Fiera di Bologna mettendo a confronto il suo lavoro con l’opera storica di Mimmo Rotella. Nello stesso anno il Comune di Lecce e l’Università del Salento organizzano, al Castello di Carlo V, la sua personale Circus Lupiensis,. Espone in seguito Car On Air presso Superstudiopiù di Milano. Nel 2013 presenta la personale
Silenzi Manifesti presso la Fabbrica Borroni di Bollate. Nel 2015 espone l’installazione Heimat presso la Galleria Toselli di Milano e Silenzi Manifesti da Isolo17 a Verona. Nel 2016 presenta la mostra Focus presso il Museo zoologico e paleontologico dell’Università Federico II di Napoli, nel medesimo anno, presso il Castello di Rivara – Museo d’arte contemporanea, la personale BesDiario, nell’ambito di Equinozio d’autunno 2016, e nel 2017, nella medesima sede, Circus Lupiensis, a cura di Franz Paludetto. È stato finalista del Premio Arteam Cup 2016. Nel marzo 2017 espone alla Fondazione Stelline di Milano.
Nel 2018 è finalista a SmartUp Optima – Premio d’arte contemporanea e al Premio Arteam Cup 2018. Nel 2019 espone Heimat al Parlamento Europeo di Bruxelles, nuovamente al Castello di Rivara – Museo d’arte contemporanea, a cura di Franz Paludetto, e partecipa al progetto Specula presentato nelle sale del MANN Museo Archeologico Nazionale di Napoli. Nel 2020 è finalista al Premio Arteam. Il 2022 lo vede
di nuovo al Castello di Rivara – Museo d’arte contemporanea con la personale Lèmene ed espone presso la Mole Vanvitelliana di Ancona, su invito di Flavio Arensi.
Nel 2021 è curatore, insieme a Matteo Vanzan, della mostra I piranha non sentono i sapori, allestita presso la Palazzina Storica di Peschiera del Garda (VR).
Nel 2022 partecipa, in qualità di Professore di Disegno ed Educazione artistica, alla trasmissione televisiva Il Collegio. Vive e lavora a Verona.